L’Accademia dei Riuniti ai nostri giorni

Intervista ad Adriano Bottaccioli                                                                  

 

PER AVERE NOTIZIE PIÙ DIRETTE  SULL’ ACCADEMIA DEI RIUNITI DEI NOSTRI GIORNI, CI RIVOLGIAMO AD ADRIANO BOTTACCIOLI, CHE, OLTRE A SVOLGERE IL RUOLO DI SCENOGRAFO, RAPPRESENTA LA MEMORIA STORICA DELL’ ACCADEMIA STESSA, AVENDO FATTO PARTE EGLI STESSO DEL PRIMO NUCLEO, CHE NEGLI ANNI ’60 RIATTIVÒ LA TRADIZIONE TEATRALE, FIORENTE AD UMBERTINE FIN DAL ‘600.

CI RECHIAMO A TAL PROPOSITO NELLA SUA ACCOGLIENTE E LUMINOSA CASA, TAPPEZZATA DI QUADRI CON SUGGESTIVI SCORCI DEL CENTRO STORICO D’ UMBERTINE DA LUI EGREGIAMENTE ESEGUITI E CHE CI RICORDANO, SE MAI CE NE FOSSE BISOGNO, IL SUO FORTE LEGAME AL PAESE, IN CUI È TORNATO CON GRANDE ENTUSIASMO APPORTANDO NUMEROSE INIZIATIVE, DAL CALENDARIO ALL’OTTOCENTO UMBERTIDESE, DOPO AVER VISSUTO E LAVORATO PER TANTI ANNI A ROMA.

 

Quando ha ricominciato la sua attività l’Accademia dei Riuniti?

L’Accademia  ha ripreso la sua attività da oltre 40 anni, quando il gruppo teatrale dell’oratorio salesiano di S. Maria, si era sciolto ed alcuni di loro, tra cui il sottoscritto, sentivano ancora vivo il desiderio e la  passione per il teatro. Così ci siamo riuniti attribuendoci l’antico nome di Accademia dei Riuniti e riuscendo in pochi anni a far diventare il teatro un centro culturale di notevole interesse, non solo in ambito regionale, ma anche europeo, con stagioni di prosa di alto livello qualitativo.

Quante persone coinvolgeva?

E’ stata e continua ad essere, con orgoglio, una compagnia di dilettanti di oltre 40 associati che comprende ormai ben tre generazioni: la prima che, come ho detto sopra, è il gruppo originario, proveniente dall’oratorio; la seconda, composta da coloro che hanno iniziato la loro attività negli anni ’70; e la terza con giovani che oggi hanno dai 35 anni in giù. Ma al di là di queste distinzioni, vorrei sottolineare che tale compagnia, pur avendo raggiunto livelli notevoli di professionalità, migliorando le proprie prestazioni, che hanno avuto riconoscimenti con premi nazionali e internazionali, ha consapevolmente e unitariamente scelto la strada del non-professionismo.

Perché ci tieni tanto a sottolineare l’aspetto dilettantistico della Compagnia?

Sicuramente perché ciò garantisce ai suoi componenti maggiore libertà di scelta nei vari lavori da eseguire, in maniera completamente gratuita e volontaria, muniti solo di grande passione per il teatro, anche perché per preparare spettacoli d’impegno come Balera (tanto per fare un nome delle opere realizzate), che ha ottenuto premi e riconoscimenti in numerosi festival e Rassegne teatrali, si richiedono numerose prove e preparativi che gli attori e i tecnici compiono nel loro tempo libero, spesso dopo una dura giornata di lavoro. Tali propositi e presupposti sono ben presenti e sottolineati dal nostro regista, e direttore artistico del teatro umbertidese, Achille Roselletti, che come preziosa guida per le indubbie capacità e preparazione, non si può che definire l’anima dell’ Accademia stessa.

Quali sono i progetti dell’Accademia per l’immediato futuro?

Dopo la serie teatrale del Novecento dal titolo Goodbye Novecento, che comprendeva cinque spettacoli di diverso genere, conclusasi con la Beneficiata, stiamo progettando di rappresentare opere in omaggio alla famiglia De Filippo. Inoltre il gruppo dei giovani, composto di 15 ragazzi, prosegue con la scuola di recitazione che già da due anni porta avanti corsi d’improvvisazione, con vari stili.

 

Com’è la partecipazione dei cittadini umbertidesi nei confronti delle vostre iniziative?

Sempre molto positiva, tanto è vero che, quando l’Accademia presenta un nuovo lavoro, diverse sono le repliche, per permettere ai cittadini di partecipare solo con prenotazione. Il Teatro dei Riuniti ospita ed organizza inoltre una stagione di prosa con compagnie teatrali amatoriali o professioniste con famosi attori, concerti di musica, spettacoli di danza, proprio perché il teatro dispone di diverse forme di comunicazione, che si compendiano trovando, in questo luogo deputato, come secoli fa, al “pubblico diletto”, la sua destinazione finale.

La conversazione con Adriano prosegue in modo più colloquiale sul filo dei ricordi, anche con l’aiuto della signora Silvana che cordialmente ci riporta alla mente le persone che si sono cimentate come attori sul palcoscenico del teatro dei Riuniti e non solo.

(Elena Filippi)